La
Pacific Coast Highway è una delle più famose strade panoramiche americane, seconda
solo alla mitica Route 66. Parte da San Diego e arriva fino a Seattle, al
confine con il Canada, attraversando tre stati: California, Oregon e
Washington. Tocca città cosmopolite, cittadine del surf e insediamenti costieri
pronti ad essere esplorati. Di fatto la Pacific Coast Highway è composta da più
strade, tra cui la 1 e la 101, che si estendono per 2.000 miglia (3.219 km).
La
nostra intenzione è di percorrere questa strada in tutta la sua lunghezza,
fermandoci poco nelle città che già conosciamo, come Los Angeles e San
Francisco, e perderci invece nei villaggi e nelle strade sperdute lungo la
costa.
Partiamo
quindi da San Diego per percorrere i 120 km che la separano da Los Angeles,
passando attraverso l’Orange Country, una cinquantina di chilometri di belle spiagge
costellate di resort costosi e ristoranti di pregio. Qui lo shopping è il miglior passatempo mentre il mare è dominato dai surfisti.
Arriviamo per il tramonto alla prestigiosa Laguna Beach, considerata la più
colta e affascinante dell’Orange. Ci laviamo ad una doccia della spiaggia,
anche se la brezza di mare ci fa rabbrividire poi ceniamo a base di humus e
falafel. Dormiamo qui. L’indomani visitiamo velocemente le spiagge di Newport e
Huntington, per approdare a Santa Monica, forse l’unica parte di Los Angeles
che ci era piaciuta nel viaggio precedente e che merita una seconda visita. Qui
la spiaggia è enorme con tanta vita. Passiamo almeno mezz’ora a guardare dei
ragazzi fare piroette strabilianti sulla pista da skateboard e poi ci avviciniamo
alla variopinta “Venice”. Sole, vita, musica, giovani e meno giovani: qui c’è
spazio veramente per tutti. La boardwalk di Venice, la passerella per
strampalati, è un’esperienza irrinunciabile per cogliere la vera essenza di Los
Angeles.
Nel
pomeriggio partiamo in direzione San Francisco, che si trova 500 km più a nord.
Sappiamo che gran parte della Big Sur, uno dei più bei tratti di strada lungo
la costa, è interrotta da mesi per lavori. Poco male, visto che questo è
l’unico pezzo della Pacific Coast Highway che avevamo già percorso. Aggiriamo
velocemente l’interruzione, fermandoci solo a fotografare qualche bel tratto di
costa nella parte a nord e visitando qualcuna delle tante missioni spagnole di
cui parleremo nel prossimo post. Anche a San Francisco ci fermiamo meno di una
giornata, puntando subito alla zona di Mission (si chiama così proprio perché
qui c’è l’originaria missione spagnola), che ci ricordavamo vivace la sera e
con diversi ristoranti alla nostra portata, ne proviamo addirittura due: la
“Tequila”, messicano, e un ristorante pakistano lungo la stessa via. In tarda
serata facciamo un giro veloce nel quartiere di Castro, il centro della
comunità omosessuale di San Francisco.
Il
giorno dopo, prima di partire per il nord, scendiamo con la nostra auto lungo
la Lombard Street, per scoprire che la notte abbiamo dormito poco lontano da
questa “via giardino”. La nebbia dell’oceano non ha mai lasciato la città e il
freddo non è trascurabile, la temperatura non è mai salita sopra i 17°C. Ce ne
andiamo attraverso il Golden Gate Bridge…guarda caso, avvolto nella nebbia.
La bella spiaggia di Santa Monica, di fronte a "Venice" |
Tramonto a Laguna Beach, nella costa dell'Orange Country |
La spiaggia di Laguna Beach |
La costa frastagliata lungo la Big Sur |
Il quartiere "Venice" a santa Monica |
Acrobati di skateboard sulla spiaggia di fronte a "Venice"
In bici lungo il mare di Huntigton,
dell'Orange Country
|
Per buona parte la Highway n°1 scorre lungo la costa con viste spettacolari |
Il bel faro di Pingeon Point, 50 miglia prima di San Francisco. Ospita un ostello. |
Lo storico tram di San Francisco ancora sferraglia su e giù per le colline della città |
La famosa "Lombard Street" di san Francisco, una strada-giardino molto ripida |
Le caratteristiche case colorate di San Francisco |
Il Golden Bridge avvolto dalla tipica nebbia estiva |
Ogni tanto bisogna fare anche il bucato. In un'ora è lavato ed asciugato |
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