Dopo
il Grand Canyon puntiamo su Flagstaff dove arriviamo in tarda serata, giusto
per mangiare qualcosa al Walmart, una famosa catena di supermercati, spesso
aperti 24 ore: l’unico posto, insieme al Mc Donald’s, dove si può mangiare dopo
le nove di sera. Flagstaff è sostanzialmente l’ultima città di montagna (2.000
metri) prima di scendere nel grande e bollente deserto del Sonora. Piove, il
monsone ci perseguita.
La
nostra meta è il Meteor Crater (18$ a testa), 40 km a est della città, da non
confondere con il vicino Sunset Crater, un vulcano che ha eruttato in tempi
relativamente recenti riempendo tutte le sue pendici di lava nera. Il Meteor
Crater è invece un enorme cratere generato da un impatto di un meteorite. Uno
dei più grandi crateri al mondo di questo tipo e con un ottimo stato di
conservazione della forma iniziale. Circa 50.000 anni fa un meteorite di circa
40 metri di diametro si è schiantato al suolo facendo schizzare in aria un’enorme
volume di terra. Ha una profondità di 170 metri e un diametro di un chilometro
e mezzo. È così grande che sulla conca ci starebbero venti campi da calcio e
sulle pareti due milioni di spettatori! Pochi sono i pezzi rimasti del
meteorite, il più grande, di circa mezzo metro, è esposto nella sala di
ingresso…liberamente toccabile da tutti!
Nel
centro visitatori ci sono anche numerosi cartelli esplicativi e un video di 10
minuti che spiega i vari casi di impatto di meteoriti.
Durante
il ritorno ci fermiamo tra delle rocce rosse per fare la nostra "doccia". Devo
dire che la natura ci offre spesso paesaggi naturali meravigliosi dove lavarci.
Nel
tardo pomeriggio visitiamo Flagstaff, lungo la mitica Route 66. A differenza
delle altre città statunitensi, possiede un centro città compatto e pieno di
localini.
Mangiamo
in uno dei tanti locali e partiamo subito dopo cena per avvicinarci al punto di
partenza per l’escursione verso Supai, l’indomani alle 6.
Nessun commento:
Posta un commento