lunedì 31 luglio 2017

Al Grand Canyon North Rim

Dopo la visita alle città mormone di Hildale e Colorado City puntiamo al Grand Canyon attraverso paesaggi sempre stupendi. Sono circa tre ore di viaggio. Mentre andiamo riflettiamo sul fatto che in molti villaggi si respira ancora l’aria della conquista dell’ovest, perché sono composti da semplici case poste lungo la strada, senza nessun negozio o un bar dove le persone si possano ritrovare. Sono così le città di Fredona, Hildale e Colorado City, fondata, quest’ultima, solo nel 1982.
La sponda sud del Colorado (South Rim) è quella di gran lunga più visitata del Grand Canyon, quella che offre forse più varietà di vedute, ma è anche la più intasata di turisti. Noi puntiamo al North Rim, perché sembra avere un suo fascino e soprattutto più tranquilla. Tra l'altro dista “solo” 80 miglia da dove siamo noi, mentre per il South Rim bisogna fare un giro enorme passando per Flagstaff.
Arriviamo al Nord Rim un’ora prima del tramonto, dopo aver attraversato boschi di betulle e conifere, e subito ci vestiamo, siamo a 2.400 metri di altezza.
L’unica struttura che può ospitare i turisti è il Grand Canyon Lodge, un vecchio edificio bello e tutto in legno, che funge da ristorante e centro di accoglienza, mentre le camere sono tutte in piccole casette esterne (lodge), con costi che variano dai 150 dollari per il lodge ai 200 per la camera. Il prezzo del ristorante è alto, ma vicino c’è un locale più economico con tranci di pizza e spuntini veloci. La cosa bella del Grand Canyon Lodge è che tutti possono usufruire delle terrazze esterne e della “stanza del sole”, una veranda con tanti divani in pelle e enormi finestroni che permettono di vedere il canyon. Molto bello venire qui  al tramonto. Per dormire ci spostiamo oltre il campground, perché nel parcheggio è vietato sostare.
Il giorno seguente, dopo esserci goduti l’alba dalle terrazze del Gran Canyon lodge facendo colazione, su consiglio del centro visitatori facciamo un circuito in auto  per toccare i vari punti panoramici del North Rim. La strada è un po’ in salita e attraversa una vasta area con scheletri di alberi, lasciati da un incendio di qualche anno fa. I fiori selvatici giallo, fucsia e viola risaltano tra i legni bruciati.
Finito il giro, verso le 15, partiamo per Flagsatff, in modo da avvicinarci al trekking nella riserva indiana di Supai.
Nota: l'elicottero per vedere il Grand Canyion va sempre più di moda. Per il volo con un elicottero normale si pagano circa 200$, mentre il panoramico costa circa 300$.

Il Grand Canyon visto dalle terrazze del logde

Tramonto infuocato sul Grand Canyon

L'ingresso del Grand Canyon north Rim
I colori cambiano a seconda del momento della giornata
Aspettando l'alba nelle terrazze del lodge
La "stanza del sole" all'interno del lodge,
con vista sul Grand Canyon

Il fiume scorre sul fondo del canyon,
continuando a scavarlo, lentamente

In America non esistono i bisonti,
solo bufali 

I tronchi rimasti in piedi
dopo l'incendio di qualche anno fa

domenica 30 luglio 2017

Attraverso le cattedrali dello Zion

Dopo l’ultimo tentativo di sorteggio della “The Wave” partiamo verso Escalante per fare un’escursione ai canyon Peek-A-Boo e Spooky, ma al centro visitatori ci viene sconsigliato perché in alcuni punti è pieno d’acqua a causa delle piogge di questi giorni. In queste settimane abbiamo scoperto a nostre spese che da metà luglio a metà settembre gli Stati Uniti sud-occidentali sono interessati da un monsone che porta piogge improvvise, generalmente durante il pomeriggio, mentre nella mattina prevale il sole.
Proseguiamo lungo la Highway 12 Scenic Byway, una strada panoramica con un paesaggio lunare che sale fino a quasi 4.000 metri e collega Escalante con Torrey, un fresco paesino di montagna posto a 2500 metri di altezza. Ci fermiamo a dormire qui, dopo aver cenato con due ottimi piatti di fish and chips al “Capitol Reef Inn e Cafe”, poco fuori città.
Il giorno seguente il nostro giro prevede il passaggio attraverso i pinnacoli del Brice Canyon e un’escursione al Zion National Park. In questo parco avevamo già fatto il bellissimo trekking di cinque ore all’Angel Landing. Questa volta scegliamo il percorso delle cascate dell’Emerald Pools, visto che anche qui le Narrows sono chiuse per la troppa acqua. Lo Zion emoziona sempre.
Vicino allo Zion c’è la città mormona di Hildale, famosa perché praticamente tutti i suoi 7.000 abitanti praticano alla lettera il libro di Mormon, il quale prevedeva che un uomo possa avere più mogli. Questa “tradizione” permane soprattutto in questa città dello Utah e nella vicina Colorado City, in Arizona, malgrado la bigamia sia vietata negli Stati Uniti. In giro per i supermercati, come il Walmart a Hurricane, si possono incontrare le donne di questa religione con i tipici lunghi abiti color pastello.
Intanto continuiamo a macinare chilometri con la nostra auto, ne facciamo una media di 360 al giorno.


Il paesaggio dopo Escalante


L'inizio della strada panoramica che
arriva a 4.000 metri di altitudine

Petroglifi a nord di Escalante risalenti al XII secolo

Le cattedrali dello Zion national Park



I pinnacoli del Bryce


I colori dello Zion

Strada e cielo



Ragazze della comunità mormone di Hildale


venerdì 28 luglio 2017

Il sorteggio per “The Wave”

Su consiglio del nostro amico Luca tentiamo la sorte per visitare “The Wave”, una formazione rossa di arenaria a forma di onda, appunto, di particolare bellezza. Per salvaguardarla l’ingresso è contingentato con due tipi di selezione: prenotare parecchi mesi prima, oppure andare al centro visitatori di Kanab, a 110 km da Page, e partecipare all’estrazione mattutina di 10 fortunati che avranno il permesso per la visita. Le persone che partecipano sono tante e la possibilità di superare la selezione sono basse (circa il 10%), ma si può ritentare le mattine seguenti. Noi abbiamo provato tre mattine di seguito e purtroppo non siamo stati fortunati. La procedura è comunque divertente, con il ranger che estrae le palline dal pallottoliere dopo averlo fatto girare, creando non poca suspance. L’estrazione è veloce e poco dopo le nove di mattina è già tutto finito, permettendoci di gestire il resto della giornata.
Torniamo indietro, attraversando la riserva indiana con paesaggi sempre stupendi, disseminati qua e là da semplici case rettangolari e ad un solo piano, per visitare l’enorme diga sul lago Powell, un lago artificiale creato sbarrando la strada al fiume Colorato proprio a ridosso della città di Page. Il grande specchio d’acqua che si è cerato in conseguenza dello sbarramento è diventato una meta turistica con tanto di porticciolo ed alcune spiagge di arenaria rossa che finiscono direttamente sull’acqua.
Poco fuori città, oltre la diga, c’è un punto chiamato Horseshoe Bend (curva a ferro di cavallo), dove il Colorado gira intorno ad un enorme spuntone roccioso, creando un affascinante contesto, soprattutto dal punto di vista fotografico. Per arrivarci dobbiamo fare una camminata di mezz’ora sotto un sole micidiale con 38°C all’ombra. Siamo solo qualche chilometro di distanza dall’Antelope canyon visitato ieri.

In questi giorni abbiamo sempre fatto molta strada, non solo per partecipare al sorteggio della “The Wave”, ma anche per spostarci da un parco all’atro: una media di 350 km al giorno. Guidare sulle strade americane vuote e tutte diritte è bello, semplice e rilassante. Tutti vanno piano, malgrado i macchinoni. Il paesaggio poi cambia continuamente, dalle distese infinite alle montagne di granito rosso o verdi con pini e betulle. Un cinema all’aperto di cui non ci si stanca mai.   

L'Horseshoe Bend, la curvatura a ferro di cavallo
del fiume Colorado nei pressi di Page

Il percorso desertico per raggiungere l'Horseshoe Band,
il "buco" che si vede in fondo alla figura
Quello che il fiume Colorado è riuscito a scavare
nel corso di milioni di anni è impressionante
Il ranger del parco con il pallottoliere
per il sorteggio della "The Wave"
"The Wave", questo è quello che avremmo visto,
invece non siamo stati fortunati (foto non nostra)
La strada tra Page e Kanad
Il lago Powell creato artificialmente
dalla diga sul fiume Colorado
Una spiaggia sul lago Powell
Una delle vie principali di Kanab,
avamposto orientale dello Zion National Park
Quando si parla di autonomia energetica: mega pannelli
solari e mulino a vento per quando non c'è il sole!

mercoledì 26 luglio 2017

La sorpresa dell’Antelope Canyon

Dalla Monument Valley in due ore arriviamo a Page, dopo aver fatto colazione nel Blu Coffee Pot di Kayenta, frequentato da soli indiani. Prima di Page c’è una grossa centrale elettrica a carbone che alimenta buona parte della riserva indiana dell’Arizona e, subito dopo, i due canyon (Upper e Lower) dell’Antelope. Su consiglio della Routard scegliamo l’Antelope Lower, perché ha meno visitatori. L’ingresso, gestito dai navajo, costa 33$ a testa (25$ di guida +8 di permesso). Quando arriviamo c’è una marea di gente e gran confusione. Le persone già prenotate hanno un ritardo di oltre due ore per entrare all’interno del canyon a causa brutto tempo. Per noi sembra non ci sia posto prima delle 17, forse troppo tardi per la luce. Le compagnie che gestiscono l’ingresso sono due e dopo due ore di tira e molla tra una e l’altra, alle 15 riusciamo ad entrare. Si cammina in fila indiana per un’ora dentro il canyon con pareti dal color ocra, ma i colori cambiano a seconda dell’esposizione al sole, un vero spettacolo. Molto, molto bello. Anche se il caldo sopportato durante l’attesa ci ha veramente demolito.
Finita questa piacevole fatica troviamo un angolo in mezzo alla natura per farci una doccia, prima di concederci un caffè e una pizza da Pizza Hat.

Anche questo villaggio di Page, fondato dai mormoni una cinquantina di anni fa, non offre molto, se non centri commerciali, catene di alberghi e molti locali per mangiare. Non c’è nessun posto dove si possa fare una passeggiata. Tutt’intorno si respira ancora l’aria della colonizzazione e della conquista. 

















martedì 25 luglio 2017

Alba e tramonto alla Monument Valley

Alla Monument Valley eravamo già stati, ma arrivando da sud (Kayenta), mentre non avevamo visto la strada da nord (da Mexican Hat), un percorso rettilineo in leggera discesa che dà l’impressione di calarsi all’interno della valle. Eccoci quindi in fuga dai fulmini e dagli acquazzoni delle Canyolands per arrivare giusto prima del tramonto alla Monument Valley, per fortuna con un cielo impeccabile. Alcune miglia prima di arrivare ci fermiamo per fotografare in lontananza le famose guglie di roccia rossastra che si ergono isolate nella valle. Un’emozione che si ripete sempre, anche se la si vede più volte. L’area è una riserva indiana Navajo e sono loro stessi a gestire il parco. Il centro visitatori è composto da un punto di informazioni, dall’Hotel View e da un campeggio senza servizi poco distante. Dopo aver ammirato la valle cambiare colore man mano che si avvicinava la notte, ci fermiamo a mangiare nel ristorante dell’hotel che, per una decina di dollari a testa, permette di mangiare a buffet una varia selezione di verdure e una zuppa molto saporita. Ci fermiamo a dormire proprio lì, vicino all’hotel, in un punto dove si vede la valle semplicemente guardando fuori dal finestrino; pronti ad alzarci alle prime luci dell’alba per vedere il sole salire tra le guglie. La città più vicina è Kayenta, a 70 km, solo chi dorme nella valle ha la fortuna di vedere i primi raggi alle sei del mattino.

Per colazione andiamo a Kayenta, al Blue Coffee Pot, un locale dove si trovano gli indiani veri e propri, con i capelli lunghi e la fascia sulla testa, esattamente come nei film.

I salti di gioia per la vista della Monument Valley

Le guglie viste al tramonto

In primo piano due esempi di "hogan" tipiche
abitazioni navajo fatte di legno e argilla,
ancora in uso

I primi raggi di sole ...all'alba

Cala la notte sulle mesas (le guglie)

La nostra auto...con il letto ancora fatto

La prateria alla base delle mesas

lunedì 24 luglio 2017

Il Canyolands National Park

Il parco sorge sulla vasta aerea di colore rossastro, piena di gole profonde altipiani e pinnacoli, dove il fiume Gran River si immette nel fiume Colorado. I due fiumi dividono l’area in tre zone separate, due delle quali (Island in the Sky e The Needels) sono facilmente accessibili alle automobili, mentre la terza (The Mazde) è riservata solo ai fuoristrada. Noi visitiamo Island in the Sky il primo giorno, con il sole fino a quasi sera, mentre siamo stati a The Needels il giorno dopo, sotto una serie di temporali molto forti, tanto che in certi momenti abbiamo avuto difficoltà a proseguire. Nei millenni i due fiumi hanno scavato e modellato la roccia dandole una forma dolcemente frastagliata e curiosamente contorta.
Il parco si visita usando il pass che abbiamo comprato il primo giorno, si paga solo la visita al Dead Horse Point, un punto dalla vista molto bella dove il fiume fa una curva di quasi 360°. È curioso il metodo con cui si devono pagare i 15$: nessuno controlla, niente telecamere, semplicemente un avviso e un pacchetto di piccole buste dove mettere i soldi da inserire poi in una fessura sulla porta, come fosse una lettera. Semplicemente si fidano! Funziona allo stesso modo nei campeggi, dove spesso non c’è nessuno a controllare, si paga mettendo i soldi dentro una buca! Sarebbe esattamente così anche in Italia! Al Dead Horse Point osserviamo dei temporali fantastici in lontananza, con la pioggia che scende a fasce ben definite, pioggia che ci accompagnerà tutta la notte mentre dormiamo, finalmente un po' più freschi, nella nostra auto. Ovviamente anche questa sera arriviamo in città troppo tardi per qualsiasi cena, ci salva il supermercato.

Il secondo giorno lo passiamo quasi tutto sotto la pioggia, mentre visitiamo “The Needels”. Riusciamo comunque a visitare una parete rocciosa (Newspaper Rock) dove ci sono decine e decine di petroglifi che sembrano risalire a duemila anni fa e delle caverne (Cave Spring Trail) che venivano usate come abitazioni.

Visto che la pioggia diventa sempre più insistente scappiamo verso la Monument Valley, dove vogliamo arrivare per goderci il tramonto, sperando che un centinaio di km più a sud il tempo sia migliore.

Il Colorado visto dal Dead Horse Point

Petroglifi al Newspaper Rock,
risalenti probabilmente a 2.000 anni fa

Le gole profonde scavate nei millenni
dal fiume Colorado

Temporale sul Colorado Plateau


Il forte Bluff del 1880, fedelmente ricostruito,
lungo la strada per la Monument Valley

Le strade si allagano velocemente

Vista sul Canyonland

La guida lungo le strade americane
è rilassante e piacevole