Partiamo
dopo cena da Tucson con l’dea di guidare un po' prima di dormire, in modo da avvicinarci
a San Diego, in California, che dista 630 km. Siamo stanchi e guidiamo ben
poco, ci fermiamo a dormire presso un distributore poco a lato della
superstrada. Avremmo potuto forse resistere fino all’uscita successiva, ma il
rischio di trovare centinaia e centinaia di km di nulla, come ci era già
successo, ci ha fatto desistere.
La
mattina partiamo presto e percorriamo abbastanza velocemente i chilometri
rimanenti. La strada è totalmente pianeggiate e il limite dei 75 miglia all’ora
(118 km/h) invece dei soliti 65 permette di fare parecchia strada. La funzione
“Cruiser” dell’auto, che tiene costante la velocità senza premere l’acceleratore,
è essenziale nelle lunghe strade americane. Al confine tra Arizona e California
il deserto del Sonora è stranamente composto da dune di sabbia alte anche
parecchie decine di metri, non avevamo mai visto negli Stati Uniti un deserto
così. La temperatura è sempre alta, intorno ai 100, 105 °F (38, 40 °C), ma
scende velocemente avvicinandoci alla costa del Pacifico fin sotto gli 80 °F (26
°C) nei pressi di San Diego. Questa città è famosa per il suo clima ideale: 24
°C tutto l’anno.
Prima
di arrivare in città decidiamo di andare nella frazione di San Ysidro, una
trentina di km più a sud, per tentare di
vedere il muro tanto discusso tra Messico e Stati Uniti. Non è facile
avvicinarsi al muro, ma con il navigatore offline MAPS.ME individuiamo una
strada per l’International Friendship
Park, proprio di fronte al mare e al muro. Per accedere al parco si pagano
5 $ per auto.
Quando
siamo lì scopriamo che i muri sono due, uno nero e l’altro grigio. Corrono
paralleli ad una distanza di circa 20 metri l’uno dall’altro, come due binari,
in mezzo la terra di nessuno. Sulla spiaggia ci sono una trentina di piccole
croci di legno che riportano delle parole di speranza, rappresentano i
messicani morti durante il tentativo di attraversare il muro. Intorno ci sono
dei bambini che giocano, mentre i loro genitori contemplano e fotografano il
muro.
Dalla
parte statunitense della spiaggia non c’è nessun edificio per chilometri, quasi
ad allontanare questo problema, dalla parte messicana si trova invece la città
di Tijuana, con tutte le costruzioni e le attività a ridosso del muro. La
spiaggia stessa, praticamente deserta sul alto americano, pullula di bagnanti
appena al di là del muro, come una Rimini d’estate.
Quando
arriviamo troviamo stranamente un cancello aperto e decine di persone nella
“terra di nessuno”, attaccate alla seconda barriera, che parlano con dei
messicani attraverso delle grate molto fitte, mentre un soldato americano di frontiera controlla il tutto. Scopriamo
che ogni sabato e domenica, dalle 10 alle 14, il cancello viene aperto per
permettere ai messicani residenti negli Stati Uniti di parlare con i loro
famigliari rimasti in Messico. Una signora sta parlando con i suoi nipoti che
ha conosciuto solo attraverso il muro. Solite tristi storie.
Oltre
ai messicani statunitensi che parlano con i loro famigliari, nella terra di
nessuno ci sono anche una ventina di ragazzi americani accompagnati da due parroci che
pregano insieme ad un altro gruppo di messicani dall’altra parte della grata. Un
altoparlante diffonde la messa fatta insieme, messicani e statunitensi, ma
separati da un muro. Come nel caso del muro tra Israele e Palestina, anche qui
sono sempre i giovani e i parroci ad essere in prima linea per la difesa dei
diritti umani.
Il muro a sud di San Diego, California. |
Qui si vede la doppia barriera, quella scura sul lato messicano e quella grigia sul lato americano. Oltre la barriera i bagnanti sul lato Messicano |
Solitudine e innocenza sul lato americano della barriera |
Enormi cancelli... sempre chiusi |
Il sabato e la domenica, per qualche ora, il cancello del lato americano viene aperto |
I messicani residente negli Stati Uniti possono così avvicinarsi alla seconda barriera e parlare con i parenti attraverso una griglia molto fitta |
Un gruppo di giovani americani manifesta davanti al muro |
L'eucarestia davanti al muro: parroci e giovani sempre in prima fila per i diritti dei più deboli |
L'International Friendship Park, il punto dove vengono aperti i cancelli della prima barriera |
La parte del deserto del Sonora con le dune, al confine tra Arizona e California |
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